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Black Friday ovvero il venerdì nero dei miei acquisti


black friday

Va bene, parliamo di questo Black Friday, che nasce in America dopo il Giorno del Ringraziamento e l’abbuffata di tacchino e che è arrivato in Italia grazie alla globalizzazione e alla crisi, oltre che alle leggi sulle promozioni che condizionano le politiche dei saldi dei singoli negozi.

Amazon ha iniziamo a prepararmi da Ottobre, con uno spot radiofonico diffuso a tappeto che mi accoglie ogni volta che entro in macchina manco salissi sulla Supercar (rfc. https://it.wikipedia.org/wiki/Supercar citazione che dimostra quanto sia vecchia).

Al colosso del commercio on-line si sono affiancate le newsletter più improbabili e la dimensione delle mie attese per questo giorno che sembrava meglio di Natale sono cresciute come la classica pallina di neve che cade dal pendio e diventa una valanga.

La mattina del 25 ottobre però non si presenta proprio come avevo pensato io. Prima di tutto fuori piove talmente forte che sembra notte anche se sono le otto, in seconda battuta le offerte di Amazon non riguardano le cose che vorrei io, cioè: se il Monopoli di Supernatural costa sempre 100 euro, sinceramente non so cosa potrei farmene di un tostapane scontato del 30%.

Ma devo avere pazienza, in fondo ho guardato solo dal telefono, magari buttando un occhio da uno schermo più grande troverò sicuramente quell’occasione che non posso farmi scappare.

Quindi supero la bufera, mi posiziono con un tè e una fetta di torta fatta in casa, naturalmente non da me, e mi appresto a guardare un po’ chi ha deciso oggi di farmi felice proponendomi l’affare della vita.

La posta è inondata di email promozionali, anche un sito di viaggio promette la realizzazione dei miei sogni più costosi, per non parlare del sito dove stampo alcuni dei miei libri, che sembra un pozzo pieno di gioia per me. Peccato che oggi non abbia niente di utile da stampare, anche se sul fronte dell’inutile di idee ne avrei un sacco.

Ma anche i grandi marchi che mi accompagnano ogni giorno, ed anche loro confermano che oggi, solo oggi, potrò acquistare qualcosa che mi manca.

E allora mi metto a guardare, penso a quella pentola che non ho comprato perché alla fine non è che la userei molto, però adesso ci sarebbe lo sconto, potrebbe essere un’occasione, poi a quel pantalone che mi piace tanto, ma ne ho già due uguali, certo il terzo paio pagato 5 euro in meno non sembra poi così male.

Per non parlare di quella offerta dal sito cinese di elettronica, che mi promette che se premerò il tasto COMPRA allo scadere del conto alla rovescia avrò un tablet di una marca che non conosco a 1 euro. Così rimango venti minuti a guardare quei numeri che scorrono, ogni tanto mi distraggo rapita dalle offerte di Ikea, con quella poltrona gialla che sono sicura cambierebbe la qualità della mia vita in maniera sorprendente e pagherei ben 30 euro in meno, per poi ricordarmi che devo premere quel pulsante tra tre, due, uno, uno, uno, uno…

Il sito si blocca su 1 secondo alla fine del countdown e io premo disperata il tasto sinistro del mouse mentre vedo che i secondi veri passano insieme alla possibilità dell’affare dell’anno. Poi appare un banner sulla delinquenza cinese che non leggo e un messaggio che mi dice che è stato un peccato perché non sono stata abbastanza veloce.

Non faccio in tempo a riprendermi dall’amarezza che anche Facebook mi inonda di post promozionali che mi invitano a comprare scarpe che non mi servono, aggeggi che non so usare, persino Aruba mi promette sconti su domini internet che sembrano eccezionali.

E io sto qui, a guardare tutte queste possibilità di acquisto compulsivo e faccio come quando ho tanta fame e mi portano davanti ad un buffet enorme: non mangio.

La possibilità di scegliere tra una varietà così vasta mi blocca, mi rendo conto che alla fine niente di quello che vedo è veramente necessario per me, anzi molte delle cose che mi propongono sono semplicemente cose che ho già, in forme diverse, ma comunque presenti nella mia vita.

Così non ci vedo più quella goduria dell’affare imperdibile, in questo giorno di sconti a volte prevedibili, a volte un po’ farlocchi, e penso che lascerò la carta di credito nel portafogli e aspetterò tempi un po’ più floridi per fare qualche pazzia.

Anche se Kiko regalava tre prodotti se ne compravi tre, e magari un’occhiata potrei pure dargliela…

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