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Destinazione ignota (1954)


Ancora spie e ancora scienziati rapiti, ma ora ci sono i russi e i comunisti che attentano al mondo libero, per il resto siamo sempre in Oriente e c’è sempre un’intrepida eroina che per caso si trova immischiata nell’intrigo internazionale.

La nostra eroina è una donna che ha perso la voglia di vivere per le tragedie che l’hanno colpita e che si butta nell’avventura proprio perché sembra una missione suicida, un’avventura che si riassume nel viaggio verso una destinazione ignota, come dice il titolo.

La storia di spie si nobilita però perché in realtà è la storia di un viaggio, o meglio due, quello reale fino alla destinazione che qui non vi svelo sennò spoilero il libro, e quello emotivo, della protagonista, che ritrova se stessa proprio grazie al primo.

Sarà per questa valenza introspettiva, un po’ spiazzante per alcuni versi, che si scontra con le banalità del genere spionistico, che il mio giudizio sul libro rimane interlocutorio, ovvero non so quanto mi sia piaciuto, per questo vi consiglio di leggerlo, decidete un po’ voi se vi è di vostro gusto o no, perché io non lo so.

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