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La riscoperta dell’astio


astio

Molti sanno che ho vinto per vari anni di seguito il premio di Miss Livore, poi ho rinunciato a partecipare dopo la vittoria a tavolino di Miss Pigrizia, eppure, nonostante quei premi appesi alla mia parete ancora penso di poter fare e dire qualcosa in merito ai sentimenti più genuini che proviamo, come per esempio l’astio.

L’astio non è come il livore, è un sentimento più sottile, anzi silenzioso. Il livore si carica fino ad esplodere, l’astio invece se ne sta là, fermo come un semaforo, a fissare l’oggetto della sua attenzione, rodendosela in silenzio e bofonchiando qualche cosa ogni tanto, ma a voce sempre bassa, come un ringhio trattenuto.

E proprio per questo suo atteggiamento sommesso, mimetico, è più pericoloso e potente, perché non lo avverti mai se non quando è troppo tardi.

Spinti da questo male oscuro facciamo così cose inconfessabili che recano sofferenza a chiunque abbia la sfortuna di attraversare la nostra strada, come bucare le confezioni della farina al supermercato, noi pensiamo che sia perché la farina esce normalmente, ma in realtà c’è qualcuno che le manomette per riempirci il carrello di quella impossibile polverina bianca.

Così alcuni risolvono le diatribe condominiali sostituendo le riviste in abbonamento dalle cassette della posta con ingombranti ed inutili volantini pubblicitari, oppure appestando gli ascensori con metodi antichi e naturali o con la sabbia per il gatto, che viene fatta rotolare in quantità piccole, ma micidiali, negli interstizi delle porte, così da garantire, oltre al rischio di asfissia, il mal funzionamento del mezzo.

Con questo compagno silenzioso che ci tiene per mano scriviamo quei post incomprensibili e vendicativi sulle nostre bacheche, quelli tipo “ognuno avrà ciò che merita”, destinati ad un pubblico vario di nemici e amici che si chiedono stupiti che vorrà dire e temono, in cuor loro, di essere l’oggetto dell’anatema velato.

E sempre condizionati da lui non segnaliamo notizie fondamentali, come la fine del rotolo della carta igienica nei bagni che condividiamo a casa o in ufficio, nascondendoci in questo caso dietro l’ipocrisia della smemoratezza.

E’ difficile comprendere e giustificare l’astio, apparentemente racchiude un animo meschino, eppure come fratello del livore non posso che guardarlo con una certa tenerezza. In fondo non fa altro che dare sfogo al nostro desiderio di attenzione, è la materia della timidezza, non è abbastanza forte da tirare un pugno e si limita a negare una carezza, o darti una spinta da dietro quando non guardi.

Quindi fate attenzione anche a lui, iniziate a riconoscerlo in modo da tirarlo fuori dall’ombra, così che anche lui possa rivendicare il ruolo che merita nella vostra vita e portarvi a fare le giuste cattiverie nel giusto modo, con franchezza e fierezza.

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