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Le prede e i predatori di Alex Solis


predatore preda Alex Solis

Alex Solis è un geniale illustratore che prende le icone dell’immaginario horror e fantasy e le trasforma con un tratto giocoso e ironico proponendo la sua versione del mito.

Se visitiamo il suo sito troveremo un fantasmagorico mondo alternativo dove i supereroi sono vecchietti decrepiti e aggressivi che pretendono ancora di lottare contro il male oppure Darth Fener è un ciccione che non fa paura ma anzi, non nasconde l’infelicità che lo porta a voler essere il più cattivo dell’universo, oppure ancora personaggi travestiti da altri personaggi, come Alien che si toglie la maschera e mostra di essere ET.

Ma i miei preferiti sono i dolcissimi cucciolotti descritti come novelli peluche dagli occhi tondi e le pupille dilatatissime ritratti in coppie di predatore e preda nell’atto dell’aggressione. I paffuti animaletti si abbracciano tra loro con espressioni placide e affettuose che vengono tradite solo dai rivoli di sangue che escono copiosi dalle bocche chiuse sulle membra dell’avversario.

Il gesto feroce diventa innocente e quasi inconsapevole mentre gli abbinamenti sono quelli dettati dalle leggi  della natura: il lupo con l’agnello, il gatto con l’uccellino, il leone con la giraffa e così via.

Solis ci presenta uno zoo variegato di animali più o meno esotici accoppiati con la loro nemesi che si arrendono all’ineluttabilità della lotta e della cattura assolvendo al ruolo scelto per loro dal destino senza dimostrare sgomento o ribellione, mentre un’allegra inconsapevolezza sembra riempire gli sguardi vacui non solo dei carnefici, ma soprattutto delle vittime.

E quindi la riflessione su queste coppie scontate e nello stesso tempo assurde si concentra sulla dinamica della coscienza della preda e del ruolo vincente del predatore. Se infatti quest’ultimo diventa personificazione di un duplice destino, il suo e quello della preda, il comportamento innaturale di quest’ultima diventa il colpo visivo che porta al messaggio dell’immagine.

Mimetizzando l’orrore della violenza nei sorrisi delle piccole bocche delle vittime, nelle figure rilassate e paciose e nelle linee e colori decisi da fumetto, l’artista descrive in modo lucido e impietoso quel momento assurdo in cui si accetta se stessi e si vince l’inevitabilità del fato, perché è vero che se nasci vittima morirai vittima, ma questa coscienza ti rende padrone nell’attimo della sconfitta.


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